Soci è


 

Le prime notizie che si hanno di Soci, nato come castello medioevale cinto di mura, sono del 1002. Il 3 gennaio di quell’anno Ottone III Imperatore, dona la conferma alla Badia di Prataglia: “mansum unum, qui vulgo dicitur Nibli de Soci”.
Le ipotesi della fondazione del Borgo sono varie: si pensa che fosse già un castrum o vicus romano, poi spopolatosi a causa delle pestilenze e delle invasioni barbariche; oppure è probabile un incastellamento di origine feudale, intorno all’anno mille, formato da un migliaio di uomini liberi o sotto la protezione di un potente della zona.

Comunque, la località si è ripopolata dopo il mille e gli abitanti eressero una chiesa che fu consacrata il 2 novembre 1058 da Azzone Vescovo di Arezzo. In quell’occasione, alcuni terreni intorno alla chiesa furono donati dal Vescovo all’Ordine Camaldolese, che da allora fu profondamente legato all’abitato di Soci.

I Padri Camaldolesi, per almeno cinque secoli, ebbero voce in capitolo in ogni decisione che v’era da prendere, fin dal 1265 concessero uno statuto alla popolazione nel quale erano contemplate regole di vita sociale e una regola relativa all’elezione di un consiglio.

Il nucleo originario del paese è il “quartiere medioevale” che comprende un torre longobarda, l’antica chiesa e una porta ad arco residuo delle vecchie mura castellane. Il castello sorgeva al termine dell’area nord, ma di esso rimane ben poco. La presenza del berignale che costeggiava le mura castellane e attraversava in Borgo, è attestata in un documento del 1020 compreso nel primo volume del “Regesto di Camaldoli”. Questo canale artificiale, oltre a circondare il Castello di Soci a scopo difensivo, muoveva ruote idrauliche per molini e gualchiere. E’ ricordata anche una pescaia vicino al molino che procurava il pesce agli abitanti di Soci.

Sicuramente l’attività laniera, ancora oggi vanto del paese, trae origine da questo canale.

Nel 1440 le Armate Sforzesche, capeggiate da Niccolò Piccinino, mettono a ferro e fuoco il Castello di Soci, che subisce molti danni e non si riavrà per secoli, fino alla fondazione del Lanificio da parte della famiglia Bocci.
Questa industria locale, a partire dall’anno 1848, porterà ad una successiva e rapida crescita del paese, fino a diventare la frazione più grande del Comune di Bibbiena.
Il paese di Soci